In un altro articolo vi ho parlato di un disturbo emergente, la vigoressia. Purtroppo di disturbi del comportamento alimentare ce ne sono altri, fra i quali uno denominato ortoressia nervosa che si manifesta quando, portando all’estremo un’alimentazione salutistica, alcune persone sviluppano proprie regole alimentari sempre più rigide. Seguire un regime di un certo tipo permette loro di gestire le proprie ansie con la convinzione che controllare il cibo significhi avere il potere di controllo su ogni aspetto della vita.
L’ortoressia è una malattia, il che è molto diverso da una ragionevole ricerca di cibi sani. Si può parlare di ortoressia quando le scelte alimentari possono danneggiare aspetti della salute come il benessere fisico, la vita sociale e l’equilibrio psicologico. Come ogni comportamento ossessivo, anche l’ortoressia è caratterizzata da mancanza di spontaneità e flessibilità, l’ossessione alimentare diventa il fulcro della vita stessa.
Dal punto di vista sociale, una persona gravemente ossessionata dal cibo sano spesso finisce per isolarsi da chi non condivide le stesse abitudini perché diventa impossibile anche solo andare al ristorante o accettare un invito a cena da amici. Altrettanto spesso capita che questo fanatismo porti a disprezzare chi non mangia sano e a giudicare gli altri persino poco intelligenti; chi soffre di ortoressia è guidato da un “complesso di superiorità” che porta a ridurre sempre più il numero delle persone ritenute degne di essere frequentate. Con il passare del tempo, la qualità del cibo arriva ad essere più importante dei valori morali, delle relazioni sociali, dell’attività lavorativa e della vita affettiva.
La rigidità estrema fa sì che ogni “strappo” alla dieta sana porti a sensi di colpa, a sentirsi impuri e a somatizzare fisicamente il grave malessere. La persona diventa realmente ossessionata, al punto che molte ore vengono spese tutte i giorni in attività connesse all’alimentazione sana.
Dal punto di vista fisico, le conseguenze dell’ortoressia possono essere svariate, in base al tipo di dieta che si segue: squilibri elettrolitici, avitaminosi, osteoporosi, atrofie muscolari e altri problemi fisici che spesso richiedono lunghi periodi di correzione alimentare per il recupero ma che altre volte arrivano ad essere irreversibili. Occorre procedere per piccoli passi che permettano alla persona di acquisire una graduale flessibilità nell’alimentarsi.
La diffusione del disturbo sembra maggiore tra gli uomini che tra le donne. Ci sono alcune somiglianze tra soggetti ortoressici e soggetti anoressici, ad esempio la presenza di elevato perfezionismo e bisogno di controllo, rigidità, meccanismi fobici e ipocondriaci.
Chi giustamente ricerca un’alimentazione più sana deve mirare a comportamenti che portino un effetto positivo sulla salute senza ridurre i piaceri della vita o influire sui rapporti con gli altri.
Per cui: curatevi con il cibo ma non ammalatevi per il cibo!