Esistono alcuni fattori genetici che causano differenze nella percezione del gusto, ma gran parte delle nostre preferenze di gusto iniziano a formarsi nella pancia della mamma e nei primi anni di vita.
Nel feto la formazione degli organi sensoriali (occhi, orecchie, naso, lingua) si sviluppano molto presto, le prime papille gustative appaiono a circa otto settimane di gestazione e già alla 26° settimana, è possibile osservare una reazione al sapore del liquido amniotico dalle modificazioni dell’espressione facciale del bimbo.
Nei neonati, il gusto è il senso più sviluppato e in genere il primo gradimento è per il gusto dolce. Dal punto di vista evolutivo la preferenza per la dolcezza può essere spiegato dal fatto che il sapore dolce indica una fonte di energia non nociva e sicura da mangiare. Invece il sapore amaro per un bimbo significa: “in guardia da alimenti tossici!”. Anche un sapore acido può mettere in guardia da cibi avariati. Già il latte materno contiene numerosi aromi in base agli alimenti che la madre assume nella dieta e questo può influenzare le successive preferenze dei neonati. Alcuni ricercatori americani, ad esempio, hanno mostrato che i neonati, le cui madri avevano consumato succo di carota durante la gravidanza e lo svezzamento, preferiscono durante l’infanzia dei cereali al sapore di carota rispetto ad un altro gruppo in cui le madri non hanno consumato succo di carota. Inoltre è stato dimostrato che adolescenti e adulti che sono stati allattati con latte artificiale nell’infanzia, preferiscono campioni di ketchup aromatizzati alla vanillina (che è un aroma artificiale!). Al contrario, chi è stato allattato con latte materno, preferisce campioni non aromatizzati. Questo perché il latte artificiale viene solitamente insaporito con vanillina.
Quando i bambini iniziano a camminare e diventano più indipendenti, spesso iniziano a rifiutare i nuovi alimenti e i nuovi sapori. Questo fenomeno si chiama neofobia, dall’origine dei tempi serviva ai bambini per proteggersi dall’ingestione di prodotti nocivi o tossici. Quindi è normale che i bimbi sputino un cibo poco conosciuto, hanno ragione! Non assaggeranno un cibo finché non sono certi che sarà sicuro… e l’unico modo di far capire che è sicuro è quello di far vedere che lo mangiamo in modo regolare: l’accettazione di un nuovo sapore, nei bambini fino ai 5 anni, si verifica (giustamente!) dopo una esposizione che va da cinque a dieci volte!
Rimproverare o punire è solo traumatizzante, proporre e dare un positivo esempio aiuta il bimbo ad apprezzare più sapori. Pazienza, pazienza e pazienza! E se il modello proposto dalla famiglia o dagli amici crea delle impressioni positive, i bambini vorranno copiarlo. Importantissimo, comunque, è mangiare in modo variato perchè aiuta ad approcciarsi ai nuovi sapori e ad evitare carenze nutrizionali.
Chiara Marchionni