Le lenticchie nella storia

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Le lenticchie nella storia

Le lenticchie sono fra i più antichi legumi conosciuti, in Asia venivano coltivate già nel 7000 a.C.! Si diffusero poi in tutto il bacino del Mediterraneo e divennero cibo base dei Greci e dei Romani, particolarmente apprezzate, tanto che autorevoli personaggi e filosofi dell’epoca arrivarono a dettare norme per cucinarle e gustarle nel modo migliore. Soprattutto venivano preparate come zuppa e in abbinamento con spezie fra le quali prevalentemente il coriandolo.

Tra i regali beneaugurali, fin da tempi antichi, c’era un sacchetto pieno di lenticchie  che si sarebbero dovute trasformare in monete, in qualche momento dell’anno.

Certamente questo significato è verosimile, considerando che le lenticchie erano un bene estremamente prezioso, proprio nel periodo invernale, rappresentando uno dei pochi alimenti disponibili quando la natura in riposo non era in grado di fornire granché. Infatti questi semi nutrienti si potevano conservare molto bene per l’inverno, dopo la raccolta del periodo estivo. Inoltre all’epoca i legumi utilizzati oltre alle lenticchie erano ben pochi,  sostanzialmente ceci e fave. Ad esempio i piselli erano talmente piccoli da venir confusi con la robiglia, foraggio per animali, e anche i fagioli erano minuscoli. Solo dopo la scoperta di Colombo l’Europa conobbe la grande famiglia dei fagioli borlotti, che surclassarono immediatamente i piccoli fagioli dolici della tradizione europea.

Le lenticchie, sono anche citate nell’Antico Testamento della Bibbia, dove Esaù, figlio di Isacco, vende al fratello Giacobbe il diritto di primogenitura in cambio di un fumante piatto di lenticchie. In casa d’Isacco, figlio d’Abramo, si cucinavano le lenticchie rosse, quelle che oggi conosciamo come “egiziane”. Esaù, mangiato il suo piatto di lenticchie con il pane, beve un po’ di vino e se ne va, lasciando al fratello ogni diritto sulle proprietà del padre, che comprendono persino la “Terra Promessa”.